Dialogare con gli alberi è possibile

La cosa più importante per la nostra terra è salvaguardare gli alberi, e non continuare a disintegrare il pianeta attraverso una deforestazione spregiudicata ed ingorda, e soprattutto, ricordare che anche loro hanno un’anima. Si parla di anima verde e dell’immensa e smisurata energia positiva che emanano. Un’energia in grado di penetrare ogni poro della nostra pelle, ogni minuscola cellula della nostra esistenza; ad esempio, conglobare l’aura che sprigionano gli alberi è uno dei tentativi più prodigiosi che l’uomo possa compiere. Il contatto, può avvenire in un bosco, in montagna oppure, nella propria campagna, dove ci sono diversi tipi di alberi. Proprio per questo, toccare con le proprie mani il tronco di un albero (meglio se vetusto), porta al proprio corpo un enorme beneficio; si crea quasi una sorta di rilascio delle endorfine, prodotte dal cervello nel lobo anteriore dell’ipofisi, classificabili come neurotrasmettitori. Possiamo anche toccarli con la fronte, con la schiena e lasciarci andare, ascoltando i molteplici suoni che la natura è in grado di produrre.

Una sorta di vigoria positiva che è emessa dall’albero stesso nel momento in cui lo esploriamo con i nostri occhi, attraverso una fase iniziale di corteggiamento; o possiamo, attraverso il palmo delle mani sentirne il battito cardiaco; sentirne il respiro, la formula esatta del suo processo di “fotosintesi clorofilliana”. Ad esempio, curiosando per scarpate e dirupi possiamo notare degli alberi di mandorlo secolari incastonati nella fessura della roccia; questo, dimostra che ogni albero possiede il suo DNA, la propria spiritualità e il proprio istinto di sopravvivenza. In sostanza, l’albero (dal latino arbor), è ‘frutto’ del passato; questa pianta legnosa perenne, infatti, attecchisce le proprie radici nel suolo, che è là, in quel “luogo” da moltissimi anni. Tutto questo, produce uno scambio destinato a mescolarsi attraverso la concezione filosofica del tempo: una dimensione, un flusso dove quantità e qualità si scambiano energie affidabili e strepitose. Poi, quando l’albero inizia a ramificare a qualche metro dal suolo, avverranno i primi, veri e profondi contatti con l’aria, con il cielo, l’acqua e la luce, attraverso un processo che attinge dalla più profonda naturalezza della vita, il proprio sviluppo interiore.

Per esperienza personale, posso testimoniare che ogni albero è in grado di sintonizzarsi con la nostra anima: lo scambio delle frequenze, avvengono nel momento in cui noi riusciamo a distaccarci dal presente, per entrare successivamente in una fase di totale rilasciamento: una sorta di limbo catarchico con la Natura. Tutto ha inizio, nel momento in cui il nostro “io” interiore, riesce con estrema naturalezza a comprendere l’albero come ad una forma vera e propria di vita cosmica: gli alberi hanno da sempre ammaliato l’uomo per la loro pluricentenaria longevità che nel tempo connette eterogenee e successive generazioni umane, per la forza espressa dai loro tronchi energici e possenti, e per la solenne dimensione delle loro chiome tanto che, soprattutto nelle antiche civiltà, esso ha loro conferito connotazioni di sacralità e in loro ha immaginato la dimora di esseri viventi. L’incarnazione dell’Albero Cosmico è assai presente anche nel nostro momento storico. Carl Gustav Jung scoprì che l’immagine dell’albero affiorava con costanza a una quantità cospicua di suoi pazienti, nei momenti di malassere, come immagine d’appoggio del processo di integrazione e crescrita.

Dialogare con gli alberi è possibile, soprattutto attraverso la nostra sensibilità: percepirne le emozioni, i piaceri, i dolori. Gli organi di senso, ci permettono di interagire con il mondo circostante e di conseguenza, poter immagazzinare i vari stati d’animo che aleggiano intorno alla nostra anima in un determinato momento; un albero, parla attraverso il colore della sua chioma, tramite l’odore del suo fusto e il sapore dei suoi frutti. Ogni albero, possiede il proprio percorso, la propria storia, le proprie necessità ed abitudini. Rispettiamo gli alberi. Ascoltiamoli. Dialoghiamo con loro.

NdR: normalmente su Yoga Pills non pubblichiamo articoli che non siano strettamente legati a Yoga, Meditazione o Salute. Il tema degli alberi però mi sta particolarmente a cuore (sono un grande amante degli alberi) e quindi ho deciso di ripubblicare questo articolo di Fabio Strinati, con il benestare dell’autore.

Fabio Strinati. Nato a San Severino Marche nel 1983, vive ad Esanatoglia, un paese dell’entroterra marchigiano della provincia di Macerata. Ha esordito con la raccolta poetica “Pensieri nello scrigno”. “Nelle spighe di grano è il ritmo” (2014), pubblicata presso le Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi. Alcune poesie della raccolta, sono state tradotte in lingua croata dalla poetessa e saggista Ljerka Car Matutinovic nella rivista croata Kolo.

Sue poesie, inoltre, sono state tradotte in lingua catalana dal poeta Carles Duarte i Montserrat e in lingua romena da Daniel Dragomirescu, sfociate poi, in un libro uscito per Bibliotheca Universalis dal titolo “Periodo di transizione” (2017). Presente in diverse riviste ed antologie letterarie, ha scritto numerose poesie incentrate sulle minoranze etniche per la versione on-line di Etnie, rivista dedicata ai popoli minoritari.

Dal 2010, Strinati inizia ad avvicinarsi allo Yoga, leggendo numerosi libri ed iniziando a praticare nella sua campagna diverse pratiche ascetiche e meditative. Nel 2014, inizia a comporre musica per lo Yoga, attraverso lo studio del Nada Yoga (Yoga del suono): uno studio profondo del suono primordiale, il suono nella sua essenza.