Mantra – Il potere dei sacri suoni

Fin dai tempi più remote la musica è sempre stata un mezzo molto potente per il risveglio della Coscienza Spirituale, per non parlare del suo valore nel liberare le tensioni emozionali ed indurre uno stato profonda tranquillità e rilassamento.
Esistono tipi di musica che possono stimolare il corpo, la mente, le sensazioni e le emozioni. E’ stato dimostrato che i differenti stati della personalità umana possono essere influenzati dalle vibrazioni sonore contenute in una melodia.

Le vibrazioni possono modificare la mente, cambiare le condizioni fisiche, rivitalizzare le cellule del corpo e le aree sconosciute della mente.
Ogni suono è vibrazione, ogni parola pronunciata produce vibrazioni.
Ogni parola crea una serie di immagini nella mente di colui che la ascolta e la percepisce.

I Mantra sono combinazioni precise di parole e suoni; suoni carichi di energia, di potenza ed hanno la capacità di evocare la Divinità (l’Energia) alla quale si riferiscono.
Non dobbiamo confondere i Mantra con le Preghiere: queste ultime, infatti, sono formate da parole di supplica scelte appositamente dal devoto per chiedere qualcosa.
Con il Mantra, invece, cerchiamo semplicemente di avvicinarci al Divino.
Questo richiede sforzo e costanza nella pratica e dobbiamo ricordare che noi stessi siamo gli unici artefici del nostro sviluppo e della nostra crescita.

Poiché la mente è fortemente influenzata dalle percezioni sensoriali ed è sempre concentrata su ciò che succede intorno al corpo o al corpo stesso, può essere d’aiuto partire proprio dal controllo del corpo. Rilassando il corpo, infatti, si può riuscire a calmare le agitazioni della mente. Giusti esercizi corporei, un giusto sonno, una sana alimentazione e una corretta respirazione, aiutano a placare la mente.

Curare i nostro corpo è utile, poiché se il corpo è debole e sottoposto a stress, la mente diverrà distratta e confusa, sarà così impossibile concentrarsi in maniera corretta. Sicuramente una mente rilassata porta beneficio al corpo, ma è altrettanto vero che un corpo sano porta ad avere una mente meno agitata.

Il Mantra è un insieme di suoni che riescono ad interiorizzare la mente e agiscono con le loro frequenze anche sul piano fisico. Il Mantra può essere ripetuto molte volte aiutati dal mala (una sorta di rosario) in maniera udibile, sottovoce o solo mentalmente, risvegliando, tramite la pratica costante, gli immensi poteri che l’uomo ha in sé e che ancora non conosce.

La parola Mantra è formata da due particelle: “Man” significa mente e “Tri” significa attraverso. Il Mantra serve per attraversare il mare della mente. Questa similitudine è molto appropriata, in quanto la mente è proprio come il mare, che in alcuni giorni è in burrasca mentre in altri è calmo.  In questo mare riusciamo a vedere solo gli strati superficiali e non il profondo dove in realtà sono nascoste le cause dei nostri mali, le paure, l’ansia, la brama…

Il Mantra serve a controllare questi pensieri negativi. Dunque, il mantra, il cui uso è largamente diffuso nella tradizione indiana, è uno strumento potente per mezzo del quale si intende ottenere il controllo della mente o indurre nella stessa contenuti diversi dagli usuali. Ma nessun tentativo di definizione, tuttavia, può esprimere in modo adeguato il significato che tale nome assume nella cultura indù. In altri termini il Mantra è per la cultura indiana uno strumento verbale a cui i più attribuiscono straordinari poteri.

Con l’utilizzo di un Mantra appropriato tutto sembra divenire possibile e nessun indiano mostra dubbi nel collegare il Mantra allo Shabda Brahman o Suono Divino. Correttamente recitati e intonati divennero nell’antichità parte integrante della liturgia, ponendosi addirittura come strumento di comunicazione con la divinità prescelta.

Nei tempi moderni, l’efficacia del Mantra non è tanto ricollegabile al significato delle parole che lo compongono, ma alla disciplina mentale che esso rappresenta, costituita da induzione nella stessa mente di impulsi volti all’elevazione e all’auto guarigione. Sicuramente il mantenere la mente impegnata su contenuti “migliori” degli usuali, induce il fiorire di una diversa natura nel praticante. Si afferma nella moderna psicologia che persino una bugia ripetuta più di sessanta volte diviene per chi la sostiene una verità.

Per la stessa ragione esprimere con la propria mente migliaia di volte un “proposito”, se così si può dire, può portare verso una concreta realizzazione. Una goccia d’acqua può realizzare assai poco, ma centinaia di milioni di gocce possono praticare un taglio nella roccia, oppure cambiare addirittura la morfologia della terra.

Non bisogna tuttavia dimenticare che, sempre secondo la cultura indiana, l’obiettivo più elevato di tali formule è quello di realizzare un collegamento diretto con il Divino. Il Mantra è uno strumento considerato facile, ma serio, al quale si può ricorrere per stabilizzare la mente su un’idea e mono-direzionarla verso un obiettivo.

Il Mantra è una potente e breve formula spirituale che ha la capacità di trasformare la coscienza. Non c’è nulla di ipnotico o di magico, è solo una questione di pratica.  

Quando pratichiamo il Mantra, stiamo richiamando il più grande potere che siamo in grado di concepire: possiamo chiamarlo Dio, Realtà Ultima o Sè Interiore. Qualunque nome gli attribuiamo, con il Mantra stiamo richiamando la parte migliore che c’è in noi.

E’ una pratica che si riscontra sia nelle religioni occidentali, dove prende il nome di Nome Santo, sia nella religione induista che in quella buddhista, dove prende appunto il nome di Mantra. E’ fondamentale che una volta scelto il Mantra non si cambi, per non rischiare di fare come il contadino che per trovare l’acqua, scava innumerevoli buche in superficie senza risultato, mentre se avesse impiegato lo stesso tempo per scavarne una sola profonda l’avrebbe sicuramente trovata.

Il Mantra non è una vera e propria preghiera; con la preghiera, infatti, noi chiediamo qualcosa, mentre con il Mantra cerchiamo di avvicinarci al divino.  Più lo si ripete, più esso affonda le proprie radici nella nostra coscienza tanto che continueremo a ripeterlo mentalmente senza nemmeno rendercene conto.

Il Mantra ha anche una funzione calmante a livello mentale. Nel profondo di noi stessi abbiamo immense risorse che possiamo utilizzare per avere il controllo della nostra mente. Molte persone pensano che un controllo impedirebbe il libero scorrere dei pensieri eppure a nessuno viene in mente di mettere in discussione la necessità del controllo e della disciplina quando ci si deve impadronire di abilità di tipo fisico.

Più la mente diventa calma e stabile, più riusciamo a realizzare nella vita quotidiana, la nostra vera gioia e ad acquistare quell’instancabile energia nell’operare per il benessere del prossimo. Quando siamo preoccupati, inquieti o mossi da un bisogno urgente di soddisfazione personale a spese del nostro prossimo, il Mantra può trasformare queste emozioni in una fonte di forte potere e aiutarci a non agire e parlare impulsivamente: questo non significa reprimere le emozioni, bensì usarle, invece di farci usare da esse.

Un’enorme quantità di energia vitale viene dispersa nell’oscillazione della mente tra ciò che ci è gradito e ciò che non lo è, quando siamo prigionieri di preferenze e avversioni, di opinioni ferme e abitudini rigide non possiamo agire al nostro meglio né conoscere una vera sicurezza.

Viviamo alla mercé di circostanze esterne: se le cose vanno come diciamo allora siamo contenti, in caso contrario siamo depressi. E’ difficile modificarsi, essere elastici e accettare qualunque cambiamento, ma possiamo provarci.

Le persone che hanno sviluppato questa preziosa qualità sono in grado di riprendere la loro posizione ogni volta che la vita prova ad abbatterle. Per affrontare i lavori sgraditi bisogna seguire alcune semplici regole: attenzione totale e non rimandare ciò che deve essere fatto… così si otterranno i migliori risultati nel minor tempo possibile.

Siamo costantemente condizionati a ricercare l’eccitazione come se fosse la quinta essenza della vita. Ciò che non è eccitante ci appare solo noioso e monotono. Se ci sentiamo vivi solo quando siamo euforici allora saremo condannati a sentirci depressi quando l’eccitazione svanisce.

La legge della natura stabilisce che ciò che sale deve inevitabilmente scendere, più saremo eccitati prima più saremo depressi dopo e così via in una continua altalena.  Il Mantra serve anche a tramutare i diversi sentimenti come le preoccupazioni, la paura, l’ansia, l’ira, l’impazienza o i desideri e a convertirli in qualcosa di più utile.

La pratica del Mantra non richiede tanto tempo, bastano pochi minuti qua e là nell’arco della giornata, alla fine della quale si dovrebbe aver accumulato un bel po’ di tempo.

Quest’articolo è tratto dal Numero 2 di Yoga Magazine (Gennaio 2015). Se sei interessato ad acquistare le copie cartacee di Yoga Magazine, puoi visitare la sezione “Tutti i numeri“. Il ricavato della rivista viene devoluto interamente ad opere umanitarie.

QUANDO SI PUO’ RECITARE UN MANTRA?

  • mentre aspettiamo
  • mentre camminiamo
  • nella routine giornaliera
  • quando siamo ammalati: spesso i malati si compiangono per la propria situazione e dal momento che l’energia  segue il pensiero, molte volte il proseguimento della malattia è dovuto al fattore psicosomatico che tende ad allungare i tempi di guarigione. Ripetendo il Mantra si calma la mente e si pensa di meno ai propri sintomi
  • mentre svolgiamo attività di tipo meccanico ripetitivo, che non richiedono la nostra totale attenzione
  • nei momenti di noia
  • di notte: ripetere il Mantra prima di addormentarsi permette al cervello di elaborarlo e continuare a ripeterlo dormendo. E’ particolarmente indicato per chi soffre di insonnia.
  • la scrittura e la recitazione del Mantra possono essere svolte quando la mente è troppo agitata e non ci si riesce a concentrare adeguatamente.

Se adesso doveste provare a recitare un Mantra con regolarità, poi abbandonare la pratica e riprenderla fra una ventina di anni, il Mantra vi salirebbe automaticamente alle labbra e continuereste a ripeterlo come se non aveste mai smesso.

Questo è un esempio del suo potere.

Attraverso la costante ripetizione, la mente viene gradualmente distolta dal costante flusso mutevole dei pensieri e, focalizzandosi su sé stessa, diviene un vero e proprio strumento di conoscenza.

 (Tratto da “Mantra. Il potere dei suoni sacri” di Amrita G. Ceravolo)

Puoi visitare anche la sezione Mantra su Yogapedia.it.

Amrita G. Ceravolo. Praticante Yoga da 20 anni, dopo aver studiato per circa dieci anni danza classica.
Ha iniziato la pratica dello Yoga studiando con la discepola diretta di Swami Kriyananda e conseguendo il diploma di Insegnante Yoga, a seguito di una formazione triennale.
Ha approfondito le tecniche di Yogaterapia con il Maestro indiano Om Anandji, conseguendo il diploma “Yogatherapy & Meditation Techniques”, e il Mantra Yoga con il Maestro tibetano Rinpoche Tashi Lama Tsering.Ha arricchito le sue conoscenze con lo studio di Yoga Nidra, un’importante tecnica meditativa orientale; Yoga Mudra; Yoga in Coppia e le due esperienze di maternità le hanno permesso di approfondire lo studio e l’applicazione dello Yoga in Gravidanza, scoprendo la sua fondamentale importanza in questo delicato momento.

E’ ora Presidente dell’Accademia Sathya Yoga, Direttore Onorario di “Paramanand Institute of Yoga Sciences & Research” (India), Direttore Onorario di “International Association of Indian Yoga” (India), membro dell’Associazione Nazionale Insegnanti Yoga e della European Yoga Federation. Ha scritto e pubblicato articoli e libri riguardanti i diversi aspetti dello Yoga, tra cui “Mantra Yoga. Il potere dei suoni”, “Yoga Nidra”, “I Mudra. La danza dello Yoga”, “Chakra e Riequilibrio Energetico”, “Yoga per la donna e Yoga Prenatal”.

Fondatrice della rivista quadrimestrale “Yoga Magazine“, edita da Om Edizioni. Il ricavato della rivista viene devoluto interamente a opere umanitarie.
Da molti anni a contatto con il sociale attraverso attività rivolte a malati di Aids, bambini leucemici e ideatrice del progetto “Liberi Dentro”, grazie al quale Sathya Yoga porta gratuitamente lo Yoga e la Meditazione all’interno dell’Istituto Carcerario di Monza. Grazie queste esperienze è ora “Yoga Accessible Ambassador” per la divulgazione di progetti Yoga Accessibile, lo Yoga adattato alle esigenze di allievi con disabilità.

Mudra – La Danza dello Yoga

Il termine “Mudra” può essere tradotto come “gesto” o “sigillo”. E’ una certa posizione o atteggiamento che rispecchia la nostra psiche.
Sono speciali gesti del corpo il cui scopo è quello di ridurre la dispersione di energia vitale (Prana), favorendone l’accumulo nei centri vitali; aiutano a sviluppare la concentrazione e la Meditazione, favorendo il ritiro dei sensi.
Fin dall’inizio della vita, usiamo le mani per le nostre prime esplorazioni del mondo ed impariamo a manipolare le cose in modo creativo. La mano esprime il nostro umore in ogni piccolo gesto. Muovendo le braccia, camminando, mangiando o in qualsiasi altra attività quotidiana, noi compiamo dei gesti, guidati da stimoli mentali indotti a loro volta da idee, sentimenti o percezioni.

Grazie al potenziale mimico delle mani, noi siamo in grado di conferire ai nostri gesti solenni un’effettiva forza fisica e psichica di straordinaria intensità.
Grazie ad essi siamo in grado di rivelare in modo diretto il nostro stato. I gesti sono il modo attraverso cui il corpo raffigura simbolicamente ed esplicitamente determinate emozioni.

Così, le spalle curve rappresentano stanchezza o timidezza; la mascella contratta esprime rabbia; un portamento sciolto, invece, sicurezza e forza; uno sguardo limpido indica onestà e rettitudine…
Di solito, quando ci sentiamo poco bene, eseguiamo movimenti lenti e stanchi, al contrario, se ci troviamo in condizioni di vitalità, anche la gesticolazione si fa più vivace.

Sia che minacciamo col pugno chiuso o che apriamo le mani in atto pacificatore, che le alziamo contro il cielo a maledire, sia che sfioriamo qualcosa sensualmente, sempre, assieme alla nostra gestualità, affiora anche il nostro intimo e noi possiamo venire colti in tutta la nostra essenza.

Spesso i gesti che formiamo restano incomprensibili agli estranei: i gruppi più svariati, ad esempio di sportivi, operai, mercanti, sviluppano una loro particolarissima gestualità, valida solo al loro interno.

Ciò nonostante, un simile sistema simbolico gestuale può diventare talmente complesso da evolversi a linguaggio autonomo, come avviene ad esempio negli ordini monastici che osservano il silenzio o nel linguaggio gestuale dei sordomuti. Attraverso i suoi gesti, il corpo parla di noi, di ciò che siamo, del nostro stato d’animo e del modo in cui viviamo nel mondo, in un flusso costante di energia che va dall’interno verso l’esterno.

Quest’articolo è tratto dal Numero 1 di Yoga Magazine (Novembre 2014). Se sei interessato ad acquistare le copie cartacee di Yoga Magazine, puoi visitare la sezione “Tutti i numeri“. Il ricavato della rivista viene devoluto interamente ad opere umanitarie.


Con i Mudra dello Yoga, invece, il flusso viene invertito e l’energia inizia a muoversi dall’esterno verso l’interno. I Mudra dello Yoga, contrariamente ai gesti comuni che sono indotti ed inconsci, sono coscienti, volontari e precisi.

Sono inoltre spiritualmente simbolici e significativi.

Anziché essere espressioni casuali di impulsi interiori, i Mudra ci aiutano ad essere padroni dei nostri sensi e della nostra mente.

La nostra mente è instabile, sempre fluttuante da un pensiero e all’altro, senza mai riposo.

I Maestri Yoga del passato la paragonavano ad una scimmia ubriaca, che salta da un ramo all’altro senza logica né scopo: un’immagine che riflette molto bene quel costante brusio che spesso si agita nella nostra testa. Dirigere volontariamente l’attenzione su un qualsiasi oggetto e mantenerla ferma, anche solo per pochi secondi, è un’impresa davvero molto ardua, perché molti altri pensieri subito si sovrappongono: la pratica dei Mudra ci offre una reale opportunità di superare con naturalezza questo ostacolo.

 (Tratto da ” I Mudra – La danza dello Yoga” di Amrita G. Ceravolo)

Scopri come si eseguono le principali Mudra su Yogapedia.it.

Amrita G. Ceravolo. Praticante Yoga da 20 anni, dopo aver studiato per circa dieci anni danza classica.
Ha iniziato la pratica dello Yoga studiando con la discepola diretta di Swami Kriyananda e conseguendo il diploma di Insegnante Yoga, a seguito di una formazione triennale.
Ha approfondito le tecniche di Yogaterapia con il Maestro indiano Om Anandji, conseguendo il diploma “Yogatherapy & Meditation Techniques”, e il Mantra Yoga con il Maestro tibetano Rinpoche Tashi Lama Tsering.Ha arricchito le sue conoscenze con lo studio di Yoga Nidra, un’importante tecnica meditativa orientale; Yoga Mudra; Yoga in Coppia e le due esperienze di maternità le hanno permesso di approfondire lo studio e l’applicazione dello Yoga in Gravidanza, scoprendo la sua fondamentale importanza in questo delicato momento.

E’ ora Presidente dell’Accademia Sathya Yoga, Direttore Onorario di “Paramanand Institute of Yoga Sciences & Research” (India), Direttore Onorario di “International Association of Indian Yoga” (India), membro dell’Associazione Nazionale Insegnanti Yoga e della European Yoga Federation. Ha scritto e pubblicato articoli e libri riguardanti i diversi aspetti dello Yoga, tra cui “Mantra Yoga. Il potere dei suoni”, “Yoga Nidra”, “I Mudra. La danza dello Yoga”, “Chakra e Riequilibrio Energetico”, “Yoga per la donna e Yoga Prenatal”.

Fondatrice della rivista quadrimestrale “Yoga Magazine“, edita da Om Edizioni. Il ricavato della rivista viene devoluto interamente a opere umanitarie.
Da molti anni a contatto con il sociale attraverso attività rivolte a malati di Aids, bambini leucemici e ideatrice del progetto “Liberi Dentro”, grazie al quale Sathya Yoga porta gratuitamente lo Yoga e la Meditazione all’interno dell’Istituto Carcerario di Monza. Grazie queste esperienze è ora “Yoga Accessible Ambassador” per la divulgazione di progetti Yoga Accessibile, lo Yoga adattato alle esigenze di allievi con disabilità.